Vi è mai capitato di guardare con disgusto il vostro divano e pensare quanto sarebbe bello farlo rifoderare? Io sì, un sacco di volte! Ma resterete sorprese nello scoprire che foderare un divano non è poi così difficile come può sembrare e, se l’ho fatto io che sono totalmente negata con la macchina da cucire, potete crederci.
Non sto scherzando, non è affatto difficile! E se avete la fortuna, che io non ho avuto, di avere in casa vostra un divano senza penisola e quindi perfettamente simmetrico il tutto sarà ancora più facile! L’unica cosa da tenere ben presente è che non è un lavoro che si può fare in 5 minuti, ovviamente. Io ci ho messo un mese! Ma questa è un’altra storia…
Vi mostro la mostruosità del mio divano, fino a ieri.
Lo so, è disgustoso, eppure vi assicuro che in questa foto è almeno pulito! In origine il divano era del colore dei cuscini che vedete sullo schienale. Purtroppo però è un divano non sfoderabile e con il tempo, l’usura, le bambine ed il cane, si sporcava moltissimo costringendomi a lavarlo a mano con il detersivo. Si è molto scolorito, specialmente nei punti in cui dovevo insistere di più, ed il risultato è questo…
Ovviamente l’ho sempre coperto con dei teli per evitare di trovarmi in imbarazzo con gli ospiti che venivano a trovarmi ma, come potete vedere, si tratta di un divano con penisola. Pensate esista un copri divano adatto a coprirlo tutto? Probabilmente sì, ma io non l’ho mai trovato.
Alla fine mi sono decisa a rifoderarlo totalmente e, oserei dire, era pure ora! Le ragazze che partecipano al gruppo dell’uncinetto hanno avuto le prove della mia totale incompetenza con la macchina da cucire. È stato davvero divertente, perché di tanto in tanto mi vedevano balzare nel gruppo facendo domande assurde sui malfunzionamenti della macchina tanto che, una volta, io e mio marito abbiamo dovuto addirittura smontarla completamente… salvo poi capire che si trattava semplicemente della rotellina della tensione del filo impostata troppo stretta! Insomma, è stata un’odissea, ma è stato anche un lavorone e sono felice del risultato ottenuto, davvero strafelice.
Vi spiegherò quindi come ho fatto nel modo più dettagliato possibile, dividendo anche l’argomento in più capitoli onde evitare di scrivere una divina commedia su un unico articolo.
Nota bene! Se tu che stai leggendo sei una sarta, sappi che inorridirai da ciò che vedrai di seguito. Non ho mai seguito un corso di taglio e cucito a parte uno di un paio d’ore sul patchwork, ho fatto tutto a fantasia ma, nonostante questo, credo di aver fatto un buon lavoro. Certo, qua e là c’è qualche punto saltato, un zig zag che fa più zig zig, qualche toppa mascherata, dei bordi irregolari… insomma di critiche da fare ce ne sarebbero eccome. Ma la cosa fondamentale è che ce l’ho fatta nonostante tutto ed è stato anche piuttosto facile. Se state leggendo e pensate di non esserne capaci, vi sbagliate. Provare per credere!
Gli altri due articoli di questo tutorial sono:
Primo passo: scegliere la stoffa
La mia intenzione era quella di spendere il meno possibile, ovviamente. Per questo motivo ho fatto visita ad uno spaccio di scampoli, un posto meraviglioso dove sono certa, ci si potrebbero perdere intere giornate.
Questi magazzini, se così vogliamo chiamarli, acquistano gli scarti di stoffa dalle fabbriche e li rivendono a prezzi stracciati. Si trova un po’ di tutto, dalle lenzuola con le stampe difettate alle tovaglie senza bordura. Non mancano stoffe di qualunque genere, e ce ne sono anche di ottima qualità e senza difetti, che però sono dei ritagli inutilizzabili per le industrie. Se sono scarti per le industrie però, non è detto che debbano esserlo anche per noi!
Di solito le stoffe vengono vendute a peso piuttosto che al metro, proprio perché capita che abbiano forme irregolari. Io ho acquistato 4 pezzi dello stesso stile ma in colori diversi di una stoffa leggermente trapuntata, bellissima! Qui sotto la vedete appena appena uscita dallo spaccio.
Non l’ho scelta per un qualche motivo particolare, ma mi sono lasciata ispirare dai colori. In casa mia i colori mancano del tutto dato che è quasi tutto o bianco o nero, un po’ spento, e volevo dare un po’ d’allegria alla stanza principale.
Il fatto che queste stoffe fossero trapuntate è stata un po’ la mia fortuna perché un trapuntato è più resistente di una stoffa normale ma è anche vero che si rinuncia del tutto all’elasticizzato e, quindi, bisogna cercare di lavorare quanto più aderentemente possibile alla forma originale del divano.
Secondo passo: la disposizione dei colori
Già nello spaccio quando ho visto questi trapuntini, ho iniziato ad immaginare come avrei potuto metterli assieme per creare un’insieme armonico. Arrivata a casa il lavoro si è dimostrato tutt’altro che facile, però! Avrei messo il colore più chiaro in basso o sarebbe stato meglio quello più scuro, per nascondere le macchie? Ed i cuscini li avrei foderati separatamente oppure avrei fatto un unico calzino da infilare sul divano così com’è?
La seconda possibilità sarebbe stata sicuramente quella più semplice ma io, come al solito, adoro rendermi la vita più difficile…
Ho quindi fatto qualche prova buttando le stoffe sul divano per cercare di capire gli accostamenti e, ad essere sincera, un po’ mi stavo scoraggiando: l’effetto finale non era affatto ciò che mi ero immaginata al negozio.
Mi è quindi venuto in mente di provare a rendere le cose ancora più difficili e rispolverare le nozioni di patchwork apprese a Lecce la scorsa estate, ed ho ritagliato la stoffa in tanti quadrati.
Dopo averli ritagliati li ho stirati col ferro, solo dopo mi sono ricordata che si trattava di un processo da fare PRIMA. Ma insomma, non ci formalizziamo per queste cose, dico bene?
Li ho quindi stirati diligentemente col mio nuovo ferro da stiro. Una volta finito, li ho messi un po’ alla rinfusa sulla seduta del divano per capire se ora l’effetto mi sarebbe piaciuto di più.
Soddisfatta del risultato, ho rovesciato il disegno sul pavimento in modo da creare l’immagine speculare della seduta del divano ed ho collegato i vari pezzi tra loro tramite il nastro adesivo.
Cosa dite? Gli spilli? Chi? Che cosa?
Nastro adesivo, puro e semplice!
Ho quindi piegato la parte lunga in modo che le parti anteriori degli scampoli combaciassero ed ho cucito per tutta la lunghezza. Una volta cucito il lato lungo, ho cucito anche quelli corti uno alla volta.
Dato che stavo cucendo una stoffa trapuntata, si è formata una lingua piuttosto spessa di stoffa nel punto della cucitura che di sicuro si sarebbe notata una volta steso il telo sul divano, deformando la stoffa. Ho quindi piegano la linguetta su un lato ed ho ripassato il tutto con lo zig zag.
Al termine, ho posizionato la seduta sul divano, ho eliminato i cuscini ed ho iniziato ad assemblare i quadrati che avrebbero congiunto la seduta allo schienale rigido.
Se avessi avuto un divano simmetrico sarebbe stato tutto più facile perché mi sarebbe bastato imbastire tutti i pezzi dal rovescio del divano, cucire e rivoltare poi la stoffa. Ed il tutto sarebbe calzato a pennello!
Essendo il mio un divano asimmetrico, se avessi usato questa tecnica mi sarei ritrovata poi con l’isola dalla parte sbagliata! Quindi ho preso tutte le misure di volta in volta, ho cucito i pezzi, assemblati e misurati ancora una volta.
La seduta è così completa! Nel prossimo articolo, vi mostrerò come cucire i laterali del copridivano con penisola usando la bordura gialla che vedete in foto.
Voi come avreste usato le stoffe? Avreste optato anche voi per il patchwork?